mercoledì 28 settembre 2011

ISF "Roberto Lombardi"




ISF "ROBERTO LOMBARDI"

Per l’ITF è tra i migliori dieci al mondo


Prestigioso riconoscimento per l’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”. L’ITF (la Federazione Internazionale) ha svolto uno studio su tutte le federazioni tennistiche mondiali per certificare gli Istituti e Scuole di Formazione che hanno parametri tecnici e formativi di qualità: l’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” è stato considerato tra i primi dieci al mondo e tutti i diplomi rilasciati dall’Istituto stesso avranno il logo ITF. Questo consentirà ai tecnici della FIT di avere un riconoscimento a livello mondiale e la possibilità di conversione del titolo conseguito in Italia nelle altre nazioni. L’ISF sta poi portando avanti un altro protocollo d’intesa con l’ITF e le altre federazioni che prevede un interscambio di docenti e materiale didattico che sarà fornito in tutti i corsi di formazione.Confermato anche accordo con l’ITF per quanto riguarda l’accesso al sito web Tennis Icoach (www.tennisicoach.com), il portale internazionale dedicato all’aggiornamento formativo. I Tecnici Nazionali, i Maestri Nazionali , gli Istruttori di 2° grado ed i Preparatori Fisici di tennis (in regola con il pagamento delle quote annuali *) possono così avere libero accesso al sito web dal quale sarà possibile attingere informazioni molteplici relative al mondo del tennis ed utili allo svolgimento professione.“Sono molto soddisfatto - dice Michelangelo derll’Edera, direttore dell’ISF - e sicuro che Roberto Lombardi sarebbe molto orgoglioso di questo prestigioso riconoscimento da parte dell’ITF. Un plauso va a tutto lo staff tecnico e organizzativo dell’Istituto”.Nel marzo 2010 il Consiglio Federale della FIT decise di modificare la denominazione della “Scuola Nazionale Maestri” in “Istituto Superiore di Formazione” seguendo il progetto proposto dal professor Roberto Lombardi, prematuramente scomparso all’età di 59 anni, e di intitolare il nuovo Istituto allo stesso Lombardi.


foto: Gennaro Volturo

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