sabato 23 luglio 2011

Corro anch'io



COME DIFENDERSI DAI GENITORI ULTRA'
L'incapacità di educare alla cultura della sconfitta porta a perdere nella vita
MABEL BOCCHI
Partite giovanili: risse, bestemmie, offese gratuite, perenni conflitti tra arbitri e genitori con questi ultimi che non si rassegnano al ruolo di spettatori e che, addirittura, ripudiano quello di educatori. Il fenomeno dei genitori-tifosi, che spesso oltrepassano il limite della decenza, è in crescita esponenziale. Ma come mai? Una risposta la fornisce Annamaria Meterangelis, ex nazionale jr di basket, piscologa e docente di Psicologia dello sport a Cassino. (Tutti vogliono vincere e una sconfitta nello sport viene vissuta come se fosse una sconfitta nella vita. Ora vige la legge della prevaricazione, della prepotenza della conquista facile e, di fronte alla sconfitta, si vivono drammi esagerati).
DISTURBI DI CRESCITA Molti genitori non riescono ad accettare che i loro figli si divertano, si confrontino correttamente e, perchè no, perdano. Il partito dei genitori che vogliono la vittoria a tutti i costi è purtroppo prevalente e così ci ritroviamo in campo undicenni che, scimmiottando i campioni, inscenano simulazioni, insultano i compagni, avversari e arbitri, provocano scontri. Ma le conseguenze di simili atteggiamenti non si limitano a questi siparietti più o meno squallidi. Famiglie e genitori "disturbati" produrranno bambini e poi adulti disadattati. E atleti incapaci di affrontare le ansie della gara e l'estrema aleatorietà che permea tutto il fatto sportivo. In poche parole atleti perdenti. (E' ormai accertato in psicologia che, per una crescita equilbrata, occorre avere interiorizzato la certezza dell'amore materno e una sana identificazione emulativa con l'immagine paterna. Viceversa eccessiva severità o permissività, rifiuto o alienazione esercitano un'incidenza negativa sulla personalità in evoluzione).
LA CULTURA DELLA SCONFITTA Lo sport serve perchè s'impara oltre che a vincere anche e soprattutto a perdere e vincere vuol dire impegnarsi al meglio, affrontare le difficoltà impreviste.
(Una "sana" cultura della sconfitta ha dentro di sè alcuni valori formativi, poichè costituisce l'occasione per rielaborare "vissuti" esperienziali - precisa Meterangelis - con la consapevolezza che ci saranno altre occasioni per sperimentasi. Lealtà, solidarietà, sacrificio, rispetto delle regole e dell'avversario, accettazione della sconfitta sono valori che stimolano e regolano il proprio comportamento, che insegnano a gestire emozioni ed affettività, che contribuiscono a migliorare la relazione con se stessi e con gli altri, aiutano la costruzione dell'autostima e conducono in modo naturale a una maturità consapevole ed equilibrata).
GLI ATTEGGIAMENTI PIU' COMUNI E GLI ERRORI DA NON COMMETTERE
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LE TIPOLIGIE DI GENITORE (Genitori Iperesigenti)
Le loro aspettative sono molto forti e tendono a spingere il figlio continuamente verso la perfezione e l'eccellenza.
I COMPORTAMENTI ( Ipercritico)
Una mamma sugli spalti della piscina con il cronometro, registra i tempi del figlio e alla fine dell'allenamento lo tedia con la lista degli errori che, a suo dire, avrebbe compiuto.
LE CONSEGUENZE SUI FIGLI (Complessi di inferiorità)
Ciò scatena nel bambino un senso di ansia, complessi di inferiorità, insicurezze e un percorso sempre in salita che porta a una chiusura in se stesso.
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LE TIPOLOGIE DI GENITORI (Genitori identificatori)
Considerano il figlio come un prolungamento di se stessi e si attendono quelle realizzazioni che non sono stati in grado di raggiungere.
I COMPORTAMENTI (Competitivo)
Padre grassoccio e figlio 11enne, sua copia, sul tapis roulant. Padre con resistenza minima, figlio massima. Il bambino sta per stramazzare. L'istruttore evita il peggio.LE CONSEGUENZE SUI FIGLI (Problemi d'identità)
Il bambino costretto ad identificarsi con l'immagine che i genitori hanno di lui, avrà grandi difficoltà a creare una propria identità.
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LE TIPOLOGIE DI GENITORE (Genitori dominatori)
Sono molto severi, punitivi, assillano il figlio con minacce e continue sollecitazioni, lo spingono verso un rendimento sempre ottimale e verso l'ubbidienza e la sottomissione.
I COMPORTAMENTI (Sadico)
Minibasket: un tizio sulle scalinate ogni volta che il play tocca la palla urla "corri ciccione". Poi si scopre che l'urlatore è il padre del ciccione, che peraltro è anche magro.
LE CONSEGUENZE SUI FIGLI (Insicurezza)
Il bambino avrà così una scarsa autonomia di pensiero e maturerà un (io) alquanto debole e bisognoso di conferme.
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LE TIPOLOGIE DI GENITORI (Genitori Iperindulgenti)
Sono quelli, al contrario, troppo permissivi e iperprotettivi, che tendono ad evitare ai propri figli ostacoli e difficoltà.
I COMPORTAMENTI (Assolutorio)
Calcio 3° cat.: l'arbitro dà una punizione. Un giocatore, al massimo 13enne, esprime il proprio disappunto con una bestemmia. Il padre applaude e impreca a sua volta.
LE CONSEGUENZE SUI FIGLI (Dipendenza)
Anche in questo caso il bambino diventerà dipendente, maturando una personalità debole e insicura.
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LE TIPOLOGIE DI GENITORI (Genitori antagonisti)
Sono genitori che presumibilmente hanno rifiutato "psicologicamente" il figlio.
I COMPORTAMENTI (Demolitore)
Calcio: un genitore passa tutti i 90' a leggere il giornale fregandosene delle gesta del figlio, salvo poi rivolgerglisi alla fine: "sei proprio una pippa, è meglio che cambi sport".
LE CONSEGUENZE SUI FIGLI (Aggressività)
Questa non accettazione, inconsapevolmente, porta a comportamenti aggessivi.
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Autore: Mabel Bocchi - pubblicato sulla Gazzetta dello Sport - venerdì 26 ottobre 2007

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